Tutelare e valorizzare. Si parte da questo presupposto per il progetto “Speedy” (Interreg IPA South Adriatic 2021–2027) che mette al centro conservazione e il recupero delle specie marine ad alta mobilità del Sud Adriatico. Tra queste, le tartarughe marine Caretta caretta e Chelonia mydas e la foca monaca del Mediterraneo, specie vulnerabili e minacciate dalle attività antropiche. E non solo.
Il cambiamento climatico, con l’aumento delle temperature dell’acqua e l’acidificazione degli oceani, sta alterando gli equilibri ecologici.

Per il presidente del Consorzio di Torre Guaceto Rocky Malatesta “Il Mare Adriatico unisce le nostre coste e le nostre comunità, ma unisce anche le nostre responsabilità. Queste specie marine attraversano le acque dei nostri Paesi, ricordandoci che la conservazione non può fermarsi ai confini nazionali. Con Speedy, stiamo costruendo un quadro coordinato e scientificamente fondato per il monitoraggio, il recupero e la protezione di queste specie. Insieme, armonizzeremo le nostre metodologie e potenzieremo i centri di recupero attraverso la creazione di una rete di centri di recupero del Sud Adriatico”. I
Il progetto, della durata di 30 mesi, si articolerà in attività di ricerca, formazione, potenziamento dei centri di recupero e campagne di sensibilizzazione rivolte alle comunità costiere.
Per invertire il declino della biodiversità nel Mediterraneo, è essenziale adottare un approccio integrato che includa la riduzione dell’inquinamento, la gestione sostenibile delle risorse ittiche e la protezione degli habitat naturali. Le aree marine protette (AMP) sono strumenti cruciali in questa lotta, fornendo rifugi sicuri per le specie minacciate e permettendo agli ecosistemi di recuperare.