Rifiuti, il Mezzogiorno accelera sulla differenziata


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19 dicembre 2025

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Una buona notizia: l’Italia differenzia di più rispetto agli altri Paesi europei e il Mezzogiorno accelera. Dai dati, contenuti nel rapporto Rifiuti Urbani dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)  si evince come la produzione complessiva abbia raggiunto i 29,9 milioni di tonnellate, segnando un aumento del 2,3% rispetto al 2023. Nonostante questa crescita, il sistema di gestione mostra miglioramenti: il tasso di raccolta differenziata ha toccato il 67,7%. Sebbene si registri un ampio divario tra il Nord (74,2%), il Centro (63,2%) e il Sud (60,2%), il Mezzogiorno continua a compiere passi avanti nel colmare questa differenza storica. Oltre il 72% dei comuni italiani ha già superato l’obiettivo del 65%.

Tra le performance più elevate si distinguono l’Emilia-Romagna (78,9%) e il Veneto (78,2%), mentre tra le grandi città spicca Bologna (72,8%). Nel complesso,  più del 72% dei Comuni supera la percentuale del 65% stabilito dalla legge. Tra le città con più di 200 mila abitanti, Bologna, con il 72,8%, si piazza al primo posto, seguita da Padova (65%), Venezia (63,7%) e Milano (63,3%). Poco più indietro troviamo Firenze (60,7%), Messina (58,6%), Torino e Verona (57,4%). Più in basso, anche se in crescita, si attestano Genova (49,8%), Roma (48%), Bari (46%) e Napoli (44,4%).

Per la gestione di tutti questi rifiuti, al 2024 sono operativi 625 impianti, così localizzati: 325 al Nord (52% del totale), 118 al Centro (19%) e 182 al Sud 829%). Più della metà sono dedicati al trattamento della frazione organica della raccolta differenziata, 334 impianti, 132 sono quelli di trattamento meccanico, 102 le discariche, 35 quelli di incenerimento e 12 quelli industriali che effettuano il coincenerimento.

Il conferimento in discarica interessa soltanto il 15% dei rifiuti urbani prodotti, mentre il 54% viene inviato agli impianti di recupero di materia per il trattamento delle raccolte differenziate.
La frazione organica (umido e verde) viene recuperata dal 24% degli impianti; le altre frazioni merceologiche da RD vengono trattate dal 30% delle strutture, il 18% viene incenerito e il 4% esportato. La differenza non dipende solo dalla quantità di rifiuti prodotta, ma soprattutto da come è organizzato il servizio.
Dai dati del rapporto emerge con chiarezza che le differenti performance hanno tre cause principali: capacità impiantistica, efficienza logistica della raccolta, modello gestionale e scelta della tariffa.