Un Paese che fatica a tenere il passo dell’Agenda 2030 in un mondo attraversato da crisi profonde. È questo il quadro dell’Italia delineato nel Decimo Rapporto del Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che fotografa senza sconti un contesto globale segnato da conflitti, instabilità e crescenti disuguaglianze. Nel Rapporto, presentato a Roma, alla Camera dei Deputati, il dato più allarmante riguarda il quadro mondiale: solo il 18% dei target fissati dalle Nazioni Unite potrà essere raggiunto entro il 2030, mentre guerre e crisi umanitarie frenano ogni progresso. I conflitti armati attivi nel mondo sono 59, il numero più alto dalla fine della Seconda guerra mondiale, con quasi 50mila vittime civili nel solo 2024 e oltre 123 milioni di persone costrette a lasciare le proprie case. aumentando del doppio in dieci anni per effetto di guerre e cambiamenti climatici. La spesa militare ha raggiunto il livello record di 2.700 miliardi di dollari e potrebbe più che raddoppiare entro il 2035. Nonostante questo quadro drammatico, la diplomazia internazionale ha continuato a muoversi: il “Patto sul Futuro” del 2024 e “l’Impegno di Siviglia per la finanza allo sviluppo”, approvato nel 2025 da oltre 150 Paesi, rappresentano segnali di un rinnovato impegno per la pace, la tutela dei diritti e la sostenibilità. L’Italia, secondo il Rapporto, rispetto al 2010 peggiora in 6 Obiettivi su 17(sconfiggere la povertà; acqua pulita e servizi igienicosanitari; ridurre le disuguaglianze; vita sulla Terra; pace, giustizia e istituzioni solide; partnership) ed è stazionaria per altri quattro (sconfiggere la fame; salute e benessere; imprese, innovazione e infrastrutture; città e comunità sostenibili). Solo l’economia circolare mostra un miglioramento netto, mentre i progressi su istruzione, lavoro, energia e clima sono troppo lenti per rispettare le scadenze. Dei 38 target analizzati a livello nazionale, appena l’11% risulta raggiungibile entro il 2030, mentre il 58% appare ormai fuori portata. Anche l’Unione europea, pur mantenendo risultati migliori dell’Italia, perde terreno su disuguaglianze, ecosistemi e cooperazione internazionale, mostrando una distanza crescente tra impegni formali e scelte concrete. Il Rapporto ribadisce che pace, giustizia e diritti non sono temi accessori, ma pilastri senza i quali lo sviluppo sostenibile semplicemente non regge.
Il Rapporto integrale è consultabile a questo link, con dati, analisi, proposte e approfondimenti tematici.
