Desertificazione, a farne le spese il patrimonio biodiverso della Puglia


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20 giugno 2025

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Si parla tanto ma non si passa mai fatti. Così, ormai, da 13 anni, si discute di una legge sul consumo di suolo, senza portare a compimento il progetto. Anzi negli ultimi tempi, il tema è anche scomparso dall’agenda politica al pari del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, approvato nel 2023, ma rimasto pressoché inattuato senza aver determinato interventi concreti. La desertificazione è sotto gli occhi di tutti rappresentando un ostacolo allo sviluppo sostenibile oltre che un fattore che aggrava povertà, danni alla salute, insicurezza alimentare, perdita di biodiversità, migrazioni forzate, indebolendo al contempo la resilienza al cambiamento climatico o alle catastrofi naturali. I modelli climatici prevedono periodi di siccità sempre più frequenti e gravi in futuro con effetti devastanti sugli ecosistemi e sulla vita delle persone che da questi dipendono. In Puglia non va affatto bene: è a rischio desertificazione il 57% del territorio, soprattutto a causa di eventi climatici estremi come la siccità che stringe la regione in una morsa, con un conto salato pagato dall’agricoltura che solo nel 2024 ha superato 1 miliardo di euro e le previsioni per le prossime campagne produttive sono a tinte chiaroscuro. A repentaglio, come conseguenza diretta degli eventi climatici estremi, anche le 139 specie vegetali e 9 animali. C’è di  più: oltre 245mila ettari di aree naturali protette, di cui il 75,8% rappresentato da parchi nazionali – del Gargano e dell’Alta Murgia – e l’8,3% da aree naturali e riserve naturali marine. È l’enorme ‘patrimonio biodiverso’ della Puglia, dove le provincie che presentano la più alta percentuale di territorio – spiega in una nota  Coldiretti Puglia – soggetta a protezione sono quella di Foggia (51,5%) e Bari (27,7%). In questi luoghi protetti la varietà vegetale comprende 2.500 specie. Va rispettato il modello di agricoltura costruito attorno al territorio e alla certezza di sicurezza alimentare e ambientale da garantire ai cittadini-consumatori, perché il territorio è lo strumento per offrire bellezze, bontà e genuinità, quindi, anche occasione di autentico miglioramento della qualità della vita, non sacrificabile sull’altare di uno sviluppo apparente e non sostenibile.