Amazzonia: dal polmone verde più grande del mondo la sfida al clima


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8 novembre 2025

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Si ritorna in Amazzonia. Un luogo simbolo, il più grande polmone verde e biodiverso al mondo.
È qui che si tiene fino al 21 Novembre la Cop30. Ed è sempre qui, a Belém, i Paesi dovranno presentare i loro nuovi piani climatici volti alla riduzione (mitigazione) delle emissioni di gas serra, come previsto dall’Accordo di Parigi, il primo e unico trattato internazionale sul clima firmato nel 2015. Queste promesse vengono chiamate Nationally determined contributions (Ndc). E, dopo il bilancio sulla riduzione delle emissioni, il Global Stocktake presentato alla Cop28 di Dubai che aveva certificato il ritardo collettivo sul contenimento dell’aumento della temperatura media globale nel solco degli 1,5 gradi Celsius suggeriti dalla scienza, Belém sarà cruciale. Perché oggi il mondo viaggia ancora verso un aumento di 2,5 gradi, da qui a fine secolo.  Si parte da un dato assoluto: il nostro pianeta è sempre più rovente: il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato e il 2025 va nella stessa direzione, avendo già inanellato diversi record stagionali. I negoziati saranno incentrati su tre questioni centrali: finanza climatica (chi pagherà la transizione); operatività del fondo Loss and Damage (perdite e danni), che mira a risarcire i paesi più vulnerabili; azioni conseguenti al primo, e piuttosto sconfortante, bilancio globale (Global Stocktake).

07.11.2025 - Belem - Leaders pose for a family photo during the U.N Climate Change Conference COP 30. Photo by Hermes Caruzo/COP30

La scelta del Brasile come Paese ospitante e la localizzazione nella regione amazzonica pongono al centro del dibattito il ruolo insostituibile delle foreste, della biodiversità e dei popoli indigeni nella stabilizzazione del clima. Il summit segna anche il ventesimo anniversario dall’entrata in vigore del protocollo di Kyoto sul clima e il decimo dell’Accordo di Parigi. Ma non è tutto: 53 anni fa si tenne il summit di Stoccolma del 1972, che lanciò il primo monitoraggio delle attività impattanti sull’equilibrio climatico del Pianeta; siamo a 46 anni dalla prima Conferenza Mondiale sul Clima del 1979 che a Ginevra indicò il cambiamento climatico come accelerato da combustibili fossili; a 43 anni dalla prima conferenza mondiale dei capi di Stato a Rio de Janeiro nel Summit della Terra nel 1992 che accertò la  correlazione scientifica tra emissioni di gas serra e modifiche climatiche; a 30 anni dalla prima COP di Berlino; a 28 dagli Accordi di Kyoto del 1997 che fissarono obiettivi sottoscritti come “vincolanti” dai Paesi industrializzati; a 10 dall’Accordo di Parigi del 12 dicembre 2015 con l’impegno globale a contenere l’aumento della temperatura media a fine secolo sotto 1,5-2°C sui livelli preindustriali.

Photo: Antonio Scorza/COP30, Hermes Caruzo/COP30