“Mare di Bari”, non chiamatelo solo turismo


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17 ottobre 2025

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Dal lungomare con i suoi lampioni d’epoca, passando alle spiagge attrezzate di San Girolamo, Torre a Mare, Pane e Pomodoro fino ad arrivare a Santo Spirito. È questo il “Mare di Bari”. Ovvero un documento strategico che definisce in chiave sostenibile le risorse marittime e costiere della città. La nuova strategia dell’amministrazione comunale dopo il percorso partecipativo “Sulla stessa barca” con circa cento realtà tra operatori economici, imprese, associazioni sportive e ambientaliste, scuole nautiche, circoli velici, progettisti culturali e singoli cittadini, ha un obiettivo preciso: costruire una visione condivisa del mare come bene comune, spazio educativo, economico e identitario.

“Mare di Bari”  diventa così una rete di spazi e funzioni diffuse in cui riescono a convivere punti dedicati allo sport: formazione, impresa, cultura senza dimenticare ambiente  e aggregazione. “Finalmente Bari abbraccia il proprio mare – spiega l’Assessore comunale alla Blue Economy Pietro Petruzzelli – un progetto che intende valorizzare il mare e chi lo vive ogni giorno, attraverso la promozione e la valorizzazione di un vero e proprio ecosistema costiero”. Il documento, infatti, rappresenta la visione di una città che riconosce nel mare la propria infrastruttura naturale e sociale, un luogo dove si produce economia, si sperimenta innovazione e si coltiva cultura tramite l’esercizio in più forme del diritto di cittadinanza, grazie al quale lo scorso anno è stato raggiunto un valore economico complessivo di 930 milioni di euro, con la partecipazione di 4.000 imprese e l’impiego di 18.000 persone. Ed è in questa visione che si nasconde una domanda di prossimità, di accesso quotidiano, di relazioni vive con il mare.