
Impossibile non vederla: è un’istallazione artistica di 90 metri quadrati, che riproduce un enorme cerotto sul mare, segno delle ferite che tanti migranti patiscono attraversando il Mediterraneo. È composto da 360 blocchi galleggianti visibili dal cielo e dalla costa, vuole essere un monito per ricordare le 1.692 persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale solo nel 2024, quasi 800, invece, quelle morte dall’inizio del 2025. Più di 32mila dal 2014. È stata inaugurata nelle acque antistanti la basilica di San Nicola, grazie all’impegno di Sos Mediterranee Italia, per dire “fermiamo le morti in mare”.
Per il sindaco di Bari Vito Leccese, ‘La ferita del Mediterraneo’ vuole “richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica, ma soprattutto di chi governa e dei leader mondiali, rispetto al fatto che il mare Mediterraneo, il ‘mare nostrum’, sia diventato un ‘mare mostrum’, perché oltre 42.500 persone sono morte negli ultimi anni. Il Mediterraneo – ha aggiunto Leccese – ha sempre unito popoli e Paesi, culture e tradizioni, oggi invece vive una dimensione drammatica”. Leccese ha evidenziato che “sui temi dell’accoglienza, dell’ospitalità e dell’unione fra i popoli Bari è capitale di solidarietà e pace, così come l’ha definita Papa Francesco. Qui siamo in un luogo simbolico, di fronte alla basilica di San Nicola, il Santo universale che unisce religioni e popoli, crea ponti e abbatte muri”. “Bari – ha concluso – ha nel suo dna il gene dell’accoglienza, e questa iniziativa ci richiama al patrimonio genetico di questa città”.